Disponibile il paper completo del progetto

È disponibile online il position paper completo di Farming for Future. 10 azioni per coltivare il futuro.

CONTESTO

Lo Special Report IPCC dell’ottobre 2018 ha evidenziato l’importanza di mantenere l’incremento della temperatura del pianeta attorno a 1.5°C per evitare il raggiungimento di “punti di non ritorno”. Per il conseguimento di questo obiettivo, e per far fronte a possibili superamenti e ritardi, è necessario attuare una rapida strategia d’azione che coinvolga il settore energetico ed industriale. Inoltre è necessario accompagnare le riduzioni di emissioni dall’utilizzo di combustibili fossili in tutti i settori dell’economia con iniziative rivolte alla rimozione di carbonio dall’atmosfera, ovvero applicando i sistemi cosiddetti “carbon negative”. 

SUOLO E AGRICOLTURA

Il più recente IPCC Special Report “Climate Change and Land” ha ribadito l’importanza del suolo e delle modalità di coltivazione come drivers nella lotta al cambiamento climatico. Il report sottolinea la necessità di agire sulla produzione agricola adottando tutte le misure di sequestro del carbonio e di riduzione delle emissioni e considera le bioenergie tra le soluzioni da diffondere seppure in modo adeguato e calibrato in funzione dei contesti di riferimento. 

In sintesi, è stato riconosciuto che il settore agricolo-forestale rappresenta, grazie alla fotosintesi clorofilliana che si attua quando si “coltiva” il suolo, l’unico settore in grado di operare ad una scala di sequestro significativa con il ciclo del carbonio del pianeta. 

Già nel 2017, autorevoli studiosi avevano classificato tra i sistemi di rimozione della CO2 atmosferica l’agricoltura ed in generale la biosfera tra le cosiddette “natural climate solutions” che presentano molteplici benefici e rischi ridotti se non nulli. 

Pertanto, al fine di garantire l’alimentazione della popolazione in continua crescita e al contempo contrastare i cambiamenti climatici, la direzione obbligatoria da prendere, come ben ribadito in più occasioni dal Premio Nobel prof. Rattan Lal è quella che porta ad una “agricoltura che produce di più con meno risorse: meno suolo, meno acqua, meno nutrienti”.  L’adozione di pratiche agro-ecologiche che abbiano al centro la conservazione e rigenerazione della fertilità dei suoli e lo sviluppo dell’attività fotosintetica nei terreni coltivati e non, secondo il prof. Rattan Lal ha un potenziale di riduzione della concentrazione atmosferica di CO2 di circa 156 ppm, nel corso del XXI secolo.

FARM TO FORK, BIODIVERSITÀ E AGROALIMENTARE

In merito al ruolo che il settore agroalimentare può e deve svolgere in tema di sostenibilità e di contrasto ai cambiamenti climatici  nell’ambito del Green Deal europeo, con la strategia Farm to Fork e quella sulla biodiversità, la Commissione ha indicato una serie di obiettivi, alcuni dei quali pienamente condivisibili (riduzione concimi chimici, pesticidi, antibiotici), altri meritevoli di adeguati approfondimenti, in quanto rischiano di penalizzare il potenziale produttivo dell’agricoltura europea ed italiana in particolare. Il concetto di estensificazione delle produzioni dai terreni coltivati, i “pregiudizi” verso il consumo di carne e gli allevamenti unitamente ad altri aspetti quali il ritorno al “set aside” ai fini della salvaguardia della biodiversità, delineano una prospettiva di sviluppo non condivisibile in toto da un’agricoltura innovativa e di alta qualità quale quella italiana. 

L’agricoltura italiana, leader nel mondo per prodotti alimentari di alta qualità, ha una propria proposta: produrre di più inquinando di meno, grazie all’integrazione della digestione anaerobica nelle aziende agricole. Questa visione dell’agricoltura e della zootecnia del futuro ha in realtà tanti elementi in comune con gli obiettivi delineati nella strategia europea per migliorare l’impatto complessivo delle attività agricole, ma con due elementi distintivi: la salvaguardia del patrimonio zootecnico italiano e l’intensificazione delle produzioni (più fotosintesi, meno input per unità di prodotto) strettamente correlata alla fertilità dei terreni coltivati (grazie al bilancio positivo del carbonio).